Museo di Storia Naturale, Firenze-Sez. di Zoologia “La Specola”: Il pipistrello emigrato (racconto)


Nel 2004 ho partecipato al concorso di Panorama "Panorama Planet - Un racconto per un viaggio" con questo racconto e mi sono classificata al secondo posto su oltre 1000 partecipanti. Il racconto si può leggere anche sul sito del Museo di Storia Naturale di Firenze.

Il pipistrello emigrato

Ma tu guarda che mondo! C'erano due che si cotonavano i capelli come si usava negli anni 60, e nelle sere d'estate se ne stavano in terrazza, sulla mia traiettoria. Mio padre me lo diceva sempre: "Sta' attento a quelle tappe fanatiche che si cotonano i capelli per sembrare più alte, e che magari non mangiano per essere filiformi; così quando se ne vanno in giro con quella piramide cotonata in testa, e noi c'inciampiamo contro, quelle svengono. Così ti esce fuori la calunnia che noi ci aggrappiamo ai capelli per succhiare poi il sangue".

Ci aveva ragione, mio padre, ci aveva. I vampiri esistono, è vero, ma non è che lo siamo tutti, è come dire che gli uomini sono tutti assassini. Beh! il paragone non regge perché quelli potenzialmente lo sono davvero tutti. Insomma, a me, per esempio, il sangue mi fa un po’ schifo; certo, se becco una zanzara ripiena di sangue la mangio lo stesso, però le preferisco asciutte. E invece mi additano ai bambini come un mostro succhiasangue.
Scommetto però che se fossi biondo mi farebbero le coccole, perché, diciamocelo chiaramente, alla gente il nero non piace. Fanno un gran parlare contro il razzismo, ma se mi becca un antirazzista mi spiaccica comunque. Anche quella del pianerottolo dove abitavo la notte non è che poi era granché. Faceva tutta l'intellettuale, vivi e lascia vivere, siamo tutti uguali, ecc. ecc., e poi mi ha messo il ddt sul muro per non farmi avvicinare. Solo dopo aver visto un documentario sui pipistrelli ha cominciato a chiamarmi Pippi e a dire alle sue amiche che in fondo mangio le zanzare; però, quando la sera rientrava tardi camminava piegata in due. E allora dillo, no? Dillo che anche tu avevi paura che mi attaccassi ai capelli!

Che poi a un mio conoscente è pure successo, e gli è venuta la sindrome del capello cotonato, così si è trasferito in montagna, sopra Scilla, alle grotte di Tremusa. Zona stupenda, con il paesaggio dello Stretto di fronte, ma solitaria, buona per il letargo, sennò di notte a me senza gente mi prende la malinconia. Poi l'altra sera ho sentito una signora che mi piaceva, con i capelli belli lisci, raccontare di quanto sono fascinosi i Sassi di Matera, che non sono pietre come avevo pensato all'inizio, ma un antico villaggio, dove ci abita pure gente sì, ma le case sono basse e molte anche disabitate.
Così sono emigrato qui, tra questi Sassi silenziosi dove volo tranquillo, con scarse probabilità di ritrovarmi una dai capelli cotonati, e, quel che più conta, senza neppure soffrire di solitudine.

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